Un secondo posto nel Mondo, questo ci portiamo a casa. Prima di essere dei singoli, siamo una squadra, che mette tutti in riga, scrivendo una bellissima pagina di questo sport
E’ passato qualche giorno dalla chiusura di questi Mondiali, ma sembra di non essere ancora tornati alla realtá. Ci sono voci, urla, lacrime e sudore che mi girano in testa. È stato uno spettacolo essere lì, correre con tutti i ragazzi di nazionalità diverse e, ognuno a suo modo, mi ha lasciato qualcosa dentro.
Dai primi, che ancora oggi non comprendo come facessero a correre su pendenze cosí verticali, alla pancia del gruppo, agli ultimi, alcuni dei quali hanno fatto anche dei sacrifici economici per essere presenti, perché non tutte le federazioni straniere potevano permettersi di pagare le spese di viaggio ed accessorie.


Avrei voluto abbracciare ognuno di loro: sono stati formidabili. Hanno saputo rendere orgogliosa la propria nazione con il sorriso, nonostante non per tutti sia stata la giornata migliore. Ma c’era il cuore, c’era la voglia di onorare il nostro sport e questo bastava a far tagliare a chiunque il traguardo.
Personalmente mi porto a casa solo molta positivitá e tanti metri di dislivello, sperando di essere riuscita a portare ad ognuno di voi un po’ di energia e spettacolaritá che si respirava ad Innsbruck.
Ma come in tutti gli eventi, è tempo di bilanci, che non spetta noi fare ma a chi ha corso o ha gestito una squadra portandola a vincere ben sette medaglie tra personali e a squadre.
Per dovere di cronaca citiamo il terzo posto di Luca Del Pero nello short trail e l’argento a squadre sempre nello short trail dei ragazzi italiani (Del Pero, Puppi, Minoggio, Pattis, Rota)
Vice Campione del Mondo long distance, Andreas Reiterer, che trascina insieme a Cheraz, Ausserhofer, Borgialli, Bonardi e Arrigoni alla medaglia di bronzo a squadre long trail.
Le ragazze del trail lungo conquistano anch’esse un meraviglioso bronzo di squadra (Valmassoi, Turini, Cugnetto, Spagnol e Pretto).
Nel mountain classic un bellissimo terzo posto individuale giovani per Lucia Arnoldo e un argento a squadre tra i ragazzi senior (Maestri, Chevrier, Vender, Rota).
E per chiudere, l’argento mondiale senior.
Grazie Italia.





Ora le dichiarazioni di Tito Tiberi, Team Manager e Paolo Germanetto, Responsabile Tecnico della Nazionale.
‘’Il bilancio generale della spedizione azzurra non tocca a me, peró, mi preme sottolineare quanto – in un contesto in forte crescita prestativa e di partecipazione, ma anche in rapida evoluzione organizzativa – sia importante valutare le prove dei nostri atleti e non semplicemente contare le medaglie. “Vincere” è più arduo che in un passato nemmeno remoto, ma le conquiste di oggi hanno un peso specifico spesso più elevato: sarebbe bello poter misurare la “soddisfazione” derivante dalle prove dei nostri che – salvo una pur piccola e fisiologica quota di esiti opachi o controprestazioni – restituirebbe un valore elevato.
Due esempi: l’argento a squadre dei seniores nel mountain classic, in una prova con 32 team completi al via (e molte più nazionalità rappresentate), dietro al solo Kenya e davanti a tutto il resto del mondo, Uganda compresa, ha un valore immenso; il sesto posto individuale di Francesco Puppi nello short Trail, che per un atleta col suo cursus honorum sembrerebbe “ordinaria amministrazione”, ha un gran valore (ed è fonte di soddisfazione sia per Francesco sia per me come suo tecnico) se calato nel contesto competitivo in sé ma anche nelle circostanze personali in cui è maturato.
Dal punto di vista organizzativo generale è senz’altro stato il campionato mondiale più spettacolare della storia del Mountain and Trail Running fino ad oggi. Mediaticamente appetibile e ben curato, scenograficamente indimenticabile per chi era in loco e per chi ha seguito da casa. Il “backstage” relativo ai servizi alle squadre era un po’ meno all’altezza, ma con lo staff tecnico ed il team management azzurro posso serenamente dire che abbiamo fatto un lavoro importante (e faticoso, ma va bene così) per non fare percepire agli atleti i disagi legati ad alcune carenze.
Siamo tornati a casa esausti ma arricchiti dall’esperienza. Mi auguro che sia fonte di maturazione per gli atleti più giovani (under 20 e non solo) che – una volta abituati al contesto internazionale di alto livello – ci lasciano intuire un futuro di ulteriore soddisfazione per il Team Italia.’’ (Tito Tiberi, Team Manager Italia).
‘’Il Mondiale, nella sua interezza, fa una fotografia positiva di quelli che sono i risultati italiani. E’ altresì confermato da un grande secondo posto senior solo dietro alla Francia, inarrestabile quest’anno. Questo, inoltre, conferma la densitá e la forza della squadra, non solo dell’individuo, punto su cui crediamo molto.
Per fare un breve bilancio, portiamo a casa tre medaglie individuali e quattro di squadra in un contesto di esponenziale crescita. A questo Mondiali, infatti, erano presenti ben 70 nazioni contro le 40 della Thailandia. I numeri premiano ancora di piú lo spessore di questi risultati calati nel contesto di Innsbruck.
Da sottolineare anche le dinamiche della nazioni in continua evoluzione: basti pensare alla forte crescita degli atleti africani ed il passo indietro della Spagna nel trail ma una bella rimonta nel mountain running. Ed in questa circostanza, l’Italia ha avuto la sua parola, dando una dimostrazione di forza e compattezza.
In senso generale, ad Innsbruck c’è stato un nuovo salto di qualità con dei contenuti mediatici spettacolari. Ciò ha permesso alle persone da casa di dare un volto e un valore a tutti quegli atleti che leggono solo dagli articoli di giornale.
Questo evento é stato anche l’occasione per riscrivere una nuova scala di valori da cui prendere spunto per parlare e raccontare di tutte quelle gare che seguiamo ogni domenica a livello nazionale.’’ (Paolo Germanetto, Responsabile Tecnico della Nazionale)

Photos Credits Marco Gulberti – Fidal
Enrica Gouthier