Sembra l’inizio di una barzelletta, ma non lo è. Ai piedi della California settentrionale, confinante con la catena montuosa della Sierra Nevada, ci sono tre italiani in America che sabato 29 aprile partiranno per il Canyons Endurance Runs by UTMB
Ad arricchire il programma di Canyons, che prevedeva la storica 100 km, si aggiungono le nuove distanze: 100M, 50K e 25K.
Essendo, dunque, diventata una Major by UTMB, i primi 10 classificati uomini e donne delle distanze 100M, 100K e 50K guadagnano l’accesso diretto alle finals UTMB corrispondenti (100M = UTMB, 100K = CCC, 50K = OCC).
La 100M e 100 km permettono, inoltre, ai primi due atleti uomini e donne l’accesso diretto alla Western States 100 2023, con i famosi Golden Ticket.
La partenza ed arrivo sono fissati nel centro Auburn, zona in cui sono nati gli ultra trail. Questa cittadina verrà vestita a festa, in stile village UTMB, pronta ad accogliere atleti da tutto il mondo. E tra loro ci saranno anche i nostri connazionali, Roberto Mastrotto, Alessio Zambon e Michele Meridio, che seguiremo in questi giorni americani.

Nella start list della 100 km troviamo i due atleti de La Sportiva (Roberto ed Alessio), che si troveranno a correre una gara estremamente collinare, anche più del previsto. E’ notizia di pochi giorni fa la diminuzione del dislivello a causa delle abbondanti nevicate degli ultimi mesi nella zona di Sierra Nevada. Dunque, tolti circa 2000 D+, si ritrovano con solo 3200 D+ su 100 km, in cui bisognerà far viaggiare le gambe con pochi minuti di respiro.
Michele Meridio, atleta Brooks International, sarà ai nastri di partenza della 50 km. Per lui lo attendono 1706 D+ di strade bianche americane.
Abbiamo posto loro alcune domande pre partenza, per capire come mai si sono spinti oltre Oceano ad attaccare il pettorale.
Piccola e breve presentazione su chi siete
A: “Sono una persona a cui piace la montagna e nella vita di tutti i giorni faccio il professore di meccanica e matematica. Nel trail, invece, sono quello che fa gare lunghe con tanto dislivello, che ha sempre qualcosa che non va e con problemi di pancia, ma ci mette tanta passione.
Fin da piccolo sono stato portato in montagna ma da adulto ho iniziato ad apprezzarla: con lo sci alpinismo prima e dal 2016 con la Trans d’Havet, prima gara che ho preparato seriamente. Il percorso per arrivare fino a dove sono oggi, però, non è sempre stato lineare. Ho fatto anche due anni da triatleta, con un Ironman e due mezzi per poi tornare definitivamente sulle gare di ultra trail.
Durante questi anni ho conosciuto molte persone, che con il tempo sono diventate amici e punti di riferimento da cui prendere spunto. In primis Francesco Rigodanza, che pagherà cara la sua inadempienza di non essere qui con noi, poi Roberto Mastrotto e si è aggiunto al gruppo da poco tempo anche il giovane Michele Meridio, con molta voglia di fare ma ancora più ansioso di me.
Quando non ho le scarpe da trail, ho le ciabatte e sono a casa a riposarmi o guardare Simpson, godendo dei miei affetti. A scuola sono sempre vestito con scarpe e abbigliamento La Sportiva creando un pò di confusione sulla materia che insegno, scambiandomi per il prof di ginnastica. Rispondo sempre fiero, dicendo di essere un ingegnere meccanico, e insegno ai ragazzi la matematica, sperando di dare loro un sano esempio di vita.”
M: “Ho 25 anni e mi sono avvicinato al trail running tre anni fa un po ‘ per caso. Da piccolo ho sempre praticato sport e con la mia famiglia camminavo spesso in montagna, nella zona della Valle Aurina.
Durante l’adolescenza ho praticato molti sport, tra cui l’atletica, che mi ha permesso di avere delle solide basi di corsa. Poi la folgorazione: un amico mi ha portato a correre in montagna e lì mi sono innamorato del trail. Ho iniziato con calma, senza esagerare, per poi passare a tabelle, allenamenti quotidiani e prestazioni più importanti.
Due anni fa è arrivata la chiamata da Brooks che mi ha permesso di essere prima un atleta “national” e da quest’anno “international” con un contratto da professionista.
Nonostante questo, ho comunque un lavoro part-time da Decathlon, che lascia molto tempo per allenarmi ma allo stesso tempo, in quelle ore, stacco la spina e riesco a ricaricarmi per essere sempre pronto agli allenamenti.“
R: “Ho iniziato a praticare questo sport nel 2015 per rimettermi in forma. Poi una corsa tira l’altra e mi sono ritrovato iscritto alla gara di casa, il Durona trail. Da lì non mi sono più fermato.
Quando non corro sono un ingegnere meccanico con circa 8-9 ore di lavoro al giorno. Far coincidere i due Roberto, l’atleta e l’ingegnere, non è sempre facile ma cerco ogni giorno di farlo al meglio.”
Come mai avete scelto una gara oltre Oceano? Nello specifico come mai Canyons Endurance Run? Puntate ad una qualifica per le finals UTMB o semplicemente volete mettervi alla prova con qualcosa di diverso rispetto alle nostre gare europee?
A: “La scelta di Canyons è stata abbastanza casuale. Nata dall’ascolto di Buckled e da un incastro di ponti che non si vedeva da anni, dopo giri di telefonata ad allenatore, amici e fidanzata mi sono ritrovato iscritto alla 100 km. Era tanto che sognavo un viaggio in America e questo è stato il pretesto giusto per fare le valigie e partire.
Non punto alle finals, in quanto sono già qualificato UTMB, ma vorrei solo far bene, cercando di gestire al meglio la gara.”
M: “Mi è stata proposta da Alessio e Roberto, mettendomi la pulce nell’orecchio. Ho prenotato il volo e poi si è iniziato a programmare ogni minimo dettaglio.
Sono molto carico ed emozionato nell’affrontare questa nuova avventura. Sicuramente sarà tutto diverso dai nostri trail e sono pronto a godermi ogni istante.”
R: “Tutto è nato per rovinare i piani di Alessio, che aveva in mente gare assolutamente non corribili. Io mi sono buttato nel proporgli l’opposto e soprattutto oltre Oceano, così da non poter rifiutare.
Questa è un’esperienza che volevo fare da tempo, per vedere posti nuovi e testare sentieri e modalità di gestione gare differenti dalle nostre.”

Quali sono le caratteristiche di questa gara? Rispecchiano le vostre preferenze di corsa o avete cercato qualcosa di nuovo?
A: “E’ una gara veloce, non da sottovalutare. I primi partiranno molto forte e dovrò controllarmi per non partire con loro per gestire al meglio le ore di corsa. I conti si faranno dopo le 6h e li capirò se avrò ancora forze per spingere.”
M: “E’ un percorso molto veloce e rientra nelle mie caratteristiche. Arrivo dalla pista, quindi correre è nel DNA. Sto bene, mi sono allenato bene e gli ultimi eventi sono andati come volevo. Sono, dunque, pronto a fare bene e giocarmi tutte le mie carte. Sicuramente il livello è alto in quanto major di UTMB, ma parto concentrato e consapevole dei miei sforzi fino ad oggi.”
R: “E’ una gara molto corribile, ancora di più togliendo 2000 D+ ed inserendo tratti nuovi.
Sicuramente rispecchia il periodo dell’anno in cui mi sto allenando: le piccole dolomiti sono ancora inaccessibili, dunque faccio velocità e corsa collinare, caratteristiche di questa gara.”
Quali sono le vostre aspettative rispetto a questa gara?
A: “Arrivo preparato a questo evento, con un percorso di crescita abbastanza lungo e consapevole. La mia aspettativa è riuscire ad essere il massimo che posso essere senza imporre limiti che ogni tanto mi è successo di fare, limitandomi nella versione migliore di me stesso.
E’ una gara che lascia poco spazio all’immaginazione: mi piacerebbe chiuderla sotto le 10h. So di farcela ma se non accade non starò a disperarmi. L’importante sarà dare il massimo.”
M: “Le aspettative sono alte in termini di prestazione, voglio fare bene e spremere tutto quello che ho. Questa gara rientra tra i miei obiettivi di quest’anno e quindi sono pronto a lottare con gli atleti in start list, a prescindere dal loro livello.
Dire che vorrei arrivare tra i primi? Sicuramente si, ma non conosco bene i partecipanti, quindi non posso fare previsioni. E’ certo che darò del filo da torcere a tutti.”
R: “Siamo qui per l’esperienza e fare bene, ho visto alcuni nomi importanti al via e con un motore molto potente. Inoltre mi aspetto tanti americani giovani che menano forte.
Sarà un bel test in vista di Lut ma non solo.”
Come vi siete preparati a questo evento? In Italia avete fatto anche altre gare simili a Canyons?
A: “Ho cambiato tutti i miei piani di allenamento da dicembre in avanti. Mi sono messo in gioco su una mezza maratona e ho lavorato sugli aspetti carenti: velocità e gesto della corsa. Ho lavorato sodo per sei mesi, tralasciando il dislivello e quelli che sono i miei percorsi preferiti.
Non ho fatto gare ma allenamenti simili a Canyons: l’ultimo è stato Ortogonale uno di 57 km e 1500 D+, fatto con Robi.”
M: “La prima gara fatta quest’anno è stata Vibram Maremontana, molto diversa da quella che andrò a fare: stessa distanza ma quella americana con metà del dislivello. Ho preparato bene la gara ligure e mi ha permesso di trasformare la forza fatta in velocità e resistenza su percorsi più corribili.
Nell’ultimo mese mi sono allenato molto, soprattutto su percorsi pianeggianti e forestali.”
R: “Come dicevo prima, in questo periodo faccio sempre collinari e velocità. L’ultimo lungo in preparazione è stato l’Ortogonale 1 tracciato corribile su strade bianche e forestali per far girare le gambe.”
Il vostro Road Trip pre Canyons
A: “Per me il Road trip è, forse, la parte più importante del viaggio. Amante della cultura e dei viaggi, non vedo l’ora di visitare nuovi posti ed addentrarmi nella cultura locale.
I giorni pre gara mi serviranno per non pensare ad essa, in quanto persona ansiosa e che sente molto la pressione.
Faremo due giorni a Los Angeles e poi verso nord lungo la costa a fare alcune giornate sul mare con immancabili e piacevoli corsette in compagnia. In seguito tappa a Monterey e lo Yosemite, con visita ad una piccola foresta di sequoie. Poi dritti verso Auburn e faremo lì gli ultimi giorni pre gara. Poi sgambata in allegria e la notte stessa ripartiamo verso San Francisco, distrutti dalla vita. Una notte e poi ripartiamo verso casa, sperando di arrivare stanchissimi ma felici.”
M: “Il Road Trip pre Canyons è iniziato nel migliore dei modi: Roberto è arrivato in ritardo e questo ha portato ad arrivare all’ultimo al check in, rischiando di non far salire Alessio e la sua fidanzata Francesca. Fortunatamente risolto tutto per il meglio, siamo arrivati allo scalo di Londra, dove io ho preso un volo per Los Angeles qualche ora prima degli altri. Ci ritroviamo in America, dove recupereremo la macchina a noleggio e poi via con i 10 giorni pre gara. Tra cultura, cibo e corsette arriveremo ad Auburn spero rilassati e carichi per dare il meglio di noi.”
R: “Mentre ti racconto siamo già in viaggio e speriamo di non fare incidenti nel frattempo.. Scherzi a parte, abbiamo programmato diverse tappe prima di arrivare ad Auburn ma valuteremo anche come andrà di giorno in giorno senza metterci ansia o pressione.”
