Martina Valmassoi, in arte Martiskka, nasce a Pieve di Cadore il 26 luglio 1989. Donna, atleta e lavoratrice, non perde mai il sorriso e quel pizzico di costante autoironia che la contraddistingue

La sua passione per lo sport é iniziata da piccola, grazie ai genitori che l’hanno sempre accompagnata e spronata in ogni attivitá. Oggi é un’atleta del Team Salomon International, disegna le grafiche per per i suoi cappellini e linea di abbigliamento Insane Inside e se le rimane un pó di tempo continua a fare la fotografa da freelance.

In occasione della Transvulcania Ultramarathon, a cui prenderá parte alle 6 am del 6 maggio, abbiamo scambiato due parole con lei per conoscerla meglio, capire come ha gestito il suo lungo infortunio e cosa significa partecipare a questa gara.

La Transvulcania Ultramarathon é un evento delle World Series by UTMB, tra le più dure presenti nel circuito. Con i suoi 72 km e 4600D+, si sviluppa lungo le due ”strade” principali, la GR 130 e 131. Insieme alla gara regina, si darà il via anche alla Volcanes (48 km e 2800D+) ed al El Roque (28 km e 840D+). Il percorso più lungo pare essere sotto osservazione dai tecnici della nazionale italiana, per prendere le ultime decisioni in vista dei prossimi mondiali ad Innsbruck i primi di giugno.

E’ una domanda che mi piace fare, per far conoscere l’atleta con cui si sta parlando.
Una breve presentazione di chi sei ma soprattutto chi sei quando non hai le scarpe da trail ai piedi. Tanti ti conosco come Martiskka atleta…ma chi é Martina Valmassoi?

”Non mi definisco in nessun modo… Amo stare in montagna in qualsiasi stagione, muovendomi con le mie gambe, sia sugli sci che nelle scarpe da trail. Con la bici mi piace avventurarmi per sentieri e strade, perdendomi ogni tanto. Al di fuori dell’essere atleta, lavoro come fotografa freelance sempre nell’ambito e creo le grafiche per la mia attività Insane Inside.
Non mi piace stare ferma e cerco di tenermi sempre occupata, non solo allenandomi, anzi cerco di non esasperare mai questo aspetto, ma passando lunghe giornate all’aria aperta immersa nella natura.”

Dopo l’infortunio di quest’autunno, come hai gestito la tua preparazione? Sicuramente hai dovuto rivedere alcuni blocchi di allenamento.
”Sono stata completamente ferma per due mesi e ho iniziato a camminare di nuovo attorno ai primi di dicembre. C’é da dire che forse ho iniziato prima a sciare che camminare. Risalivo con le pelli e scendevo con molta calma oppure con gli impianti. La camminata risultava molto difficoltosa e inizialmente usavo i bastoni per aiutarmi.
A gennaio ho ripreso con cautela, nel limite delle mie capacità in quanto avevo perso tutto il muscolo; verso febbraio potrei dire di aver accennato ad alcuni timidi allenamenti, marzo qualcosa in più ed in aprile ho iniziato a sentirmi nuovamente ”normale”.
Sicuramente non sono preparata per questa gara, sarà più un sopravvivere che fare bene la gara. Questo, però, non mi limita, anzi, ho voglia di correrla. I posti sono stupendi. Inoltre maggio, in condizioni fisiche normali, é l’inizio della stagione di corsa, quindi avrei comunque faticato ad arrivare in ottima forma. A maggior ragione, dopo l’incidente, non mi voglio rovinare e preferisco dare priorità alla mia salute.”

Entrata quest’anno nel Team Salomon International. Come stai? Come ti senti in questa nuova dimensione di atleta professionista?
”Non mi cambia tanto. So che rispetto all’anno scorso questa é la mia principale fonte di guadagno e dunque dedico più tempo, non tanto nell’allenarmi, ma nel recupero, aspetto fondamentale. Per me correre rimane comunque una grande passione e tale deve rimanere.
Continuo ad avere i miei altri lavori, li ho spalmati nel corso dell’anno in modo meno pressante così da permettermi di essere un pó piú atleta. Sarò, quindi, presente a cinque tappe delle Golden Trail Series e ad altri eventi trail come fotografa.”

Dopo Genova trail sei subito andata a Isla La Palma. Semplice acclimatamento o hai voluto testare per bene il percorso di gara per valutarne le criticità?
”Sono partita subito non tanto per vedere il percorso, che dopo cinque anni di lavoro su quest’isola conoscevo abbastanza, ma per staccare e riposare. Ho corso in tranquillità assieme alla mia amica Meg e ci siamo acclimatate, senza far mancare bagni e spiaggia. Visto il costo degli aerei non aveva senso venire qui per tre giorni, il mio lavoro mi permette di essere ovunque e portare a temine i vari progetti, dunque ho deciso di prendere dieci giorni per me.”

Che valore ha Transvulcania? Hanno detto che i selezionatori della nazionale la seguiranno molto attentamente per prendere le ultime decisioni. Punti ad ri-entrare in nazionale o semplicemente la fai per te stessa ed il confronto?
”Inizialmente avevo deciso di venire qui perché sapevo che era gara di selezione per i Mondiali di Innsbruck. I miei piani, infatti, prevedevano di rientrare in nazionale ed essere presente all’evento iridato. Ma bisogna sapersi ridimensionare.
Ho appreso di questa scelta a febbraio e credevo di farcela, ma andando avanti con i mesi mi sono resa conto che non sarei riuscita ad arrivare alla mia forma migliore per Transvulcania e, nel caso, Innsbruck. Per questo motivo, salvo grandi cambiamenti, ho già chiesto di non essere tenuta in considerazione per la squadra azzurra.
In stagione ho anche altri obiettivi e dopo questa gara e del giusto risposo, farò un bel blocco di allenamenti curando i miei punti deboli. Il 2 luglio prenderò parte a Val d’Aran by UTMB cercando di conquistare un pettorale per la classica intorno al Bianco, la 100 miglia.”

Quali sono le tue aspettative verso questa gara?
”Non ho nessuna aspettativa, spero solo di finire l’ultima discesa: é la più lunga e difficile che io abbia mai visto e con la forza delle gambe che mi ritrovo adesso, sarà molto impegnativa. E’ una gara da sette ore di sola salita, quindi la parte finale sarà un ostacolo importante. Detto questo, sono molto motivata e contenta di essere qui. Cercherò di dare il mio meglio come sempre ed arrivare alla fine, stanca ma soddisfatta.”

Photo Credits Martina Valmassoi

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